Quando si affronta il tema del clima aziendale come fattore essenziale di un’attività bisogna sempre considerare che il clima è il risultato di una serie di cause.
Il clima può essere di due tipi: favorevole e sfavorevole o, se preferisci, positivo e negativo, ecc. Chiamali come vuoi, ma i due opposti risultati sono gli effetti delle cause.
Da chi o da cosa sono generati gli effetti? L’analisi è complessa, ma a grandi linee possiamo dire che ogni elemento del gruppo preso in considerazione contribuisce a determinare il risultato.
Va considerato, inoltre, che il legame tra causa ed effetto è maggiore quando gli elementi del gruppo sono molto pochi. A questo proposito è utile ricordare che il 95% delle aziende operanti sul territorio italiano è composto da microimprese che non superano i 10 collaboratori.
Di conseguenza la soddisfazione o l’insoddisfazione di un solo elemento del gruppo contribuisce a determinare il livello del clima aziendale.
Fatta questa doverosa e sommaria premessa possiamo evidenziare che esistono fattori interni e fattori esterni che influiscono sul clima aziendale. Mentre quelli interni sono relativamente gestibili quelli esterni sono difficilmente governabili.
Estremizzando, per esempio, lo scoppio di una guerra e le conseguenze sociali ed economiche che ne derivano sono difficilmente controllabili da una comunità di10 persone.
La soddisfazione, o l’insoddisfazione, è lo stato d’animo che contribuisce a generare il risultato del “clima”, prima a livello individuale e poi certamente collettivo.
Di conseguenza, influenza pesantemente il clima della Squadra di cui quella persona fa parte.
Certo, l’insoddisfazione è una concausa e in seguito esamineremo anche le altre: fiducia, stima e autostima, chiarezza, condivisione, ecc.
Ora però ci occupiamo dell’insoddisfazione la causa scatenante del clima sfavorevole. Se non curata in tempo l’insoddisfazione degenera prima in malattia psichica e poi fisica, fino ad arrivare alla condizione cronica irreversibile.
Sono uno strizzacervelli in grado di diagnosticare i sintomi dell’insoddisfazione e di prescriverne una cura? No, non ho questi poteri taumaturgici e non prescrivo pericolosissime pillole miracolose.
Sono un osservatore, curioso, studioso del genere umano e delle organizzazioni sociali che le persone sono in grado di creare: le tribù, le famiglie e le Squadre di collaboratori.
Il genere umano crea istintivamente questi agglomerati (chiamale accozzaglie se preferisci, come faccio io) e si sente legato al suo branco fino a quando ottiene dei benefici specie quando sente attorno a sé un clima favorevole (senso di appartenenza).
Al cambiare delle condizioni, individuali o collettive, la percezione del clima può cambiare e possono modificarsi per prime le aspettative e in seconda battuta le prestazioni che ne derivano.
Ecco perché è così importante costruire e mantenere un clima favorevole all’interno della propria organizzazione aziendale, di qualunque dimensione essa sia.
È possibile mantenere il clima favorevole? Sì, a condizione che ci si lavori costantemente.
Abbiamo sostenuto che il clima è il risultato di alcune cause e che l’insoddisfazione è quella scatenante per il clima sfavorevole. Quindi per mantenere favorevole il clima aziendale è opportuno lavorare insieme sui motivi dell’insoddisfazione per cercare di abbassare il più possibile gli effetti nefasti della causa.
Quali sono i sintomi? Potrei fare un elenco molto lungo di questi sintomi, ma credo che il più potente sia l’apatia, intesa come indolenza, pigrizia e passività nei confronti della Squadra e dell’attività. Oltre a essere il più potente l’apatia è anche quello più diffuso.
Cosa si può fare concretamente? La prima cosa da fare è interessarsi del sintomo. Trattare il sintomo con sufficienza, indifferenza o, come spesso succede, “aspettare che passi” è il modo peggiore per recuperare l’interesse, la partecipazione e l’operatività.
Le persone amano essere ascoltate e accolte: tutte le energie che vengono dedicate alla cura di questi aspetti sono ampiamente ripagate dai comportamenti virtuosi di chi riceve le attenzioni.
Lo sanno bene i clienti e i collaboratori di quelle attività che prestano cura costante ai messaggi che arrivano e che sollecitano costantemente l’espressione di questi segnali. Sono quelle aziende che adottano sistemi snelli e brillanti di customer care.
A questo punto le domande cardine di tutto il ragionamento.
- A chi giova stabilire e mantenere un clima favorevole? A tutti, nessuno escluso. L’energia positiva aiuta a vivere meglio.
- Costa molto mantenere un clima favorevole? Prova a chiederti quanto costa mantenere un clima sfavorevole per apatia o incomprensioni.
Guardati intorno e cerca di comprendere cosa si nasconde dietro la palese difficoltà di reperire collaboratori affidabili specie da parte delle microimprese.
Un consiglio: se, malauguratamente, sei tra quelli che pensano che i giovani non hanno interesse a imparare e a costruirsi una vita dignitosa ti consiglio di vedere questo video https://youtube.com/watch?v=Ur769677H9U>
Mi farebbe piacere conoscere la tua opinione così che possiamo confrontarci su questo argomento.
Grazie.
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